#Grande Estinzione
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danieleneandermancini · 2 months ago
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NUOVO STUDIO SULLE POSSIBILI CAUSE DI ESTINZIONE DELL'UOMO DI NEANDERTHAL
NUOVO STUDIO SULLE POSSIBILI CAUSE DI ESTINZIONE DELL'UOMO DI NEANDERTHAL Dai risultati di un nuovo studio, i resti di Neanderthal scoperti di recente in una grotta in Francia corroborano la nota teoria sulle cause della loro estinzione dei Neanderthals: negli ultimi anni, i ricercatori hanno proposto diverse spiegazioni sui motivi della sopravvivenza dei Sapiens rispetto ai Neanderthal, che si estinsero circa...
Dai risultati di un nuovo studio, i resti di Neanderthal scoperti di recente in una grotta in Francia corroborano la nota teoria sulle cause dell’estinzione dei Neanderthals: negli ultimi anni, i ricercatori hanno proposto diverse spiegazioni sui motivi della sopravvivenza dei Sapiens rispetto ai Neanderthal, che si estinsero circa 40.000 anni fa. Un nuovo studio, pubblicato su Cell Genomics,…
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mezzopieno-news · 3 months ago
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LA LINCE IBERICA NON È PIÙ A RISCHIO DI ESTINZIONE
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Cacciata in passato per il suo prezioso mantello e decimata dalla perdita del suo habitat naturale, la lince iberica si era ridotta ad una popolazione complessiva di 62 individui nel 2001. Oggi, la popolazione totale è stimata in oltre 2.000 individui e lo stato di conservazione della Lynx pardinus è passato da ‘in pericolo’ a ‘vulnerabile’, superando il rischio di estinzione.
Gli sforzi di conservazione di questa specie si sono concentrati sull’aumento dell’abbondanza delle sue prede, il coniglio europeo (anch’esso precedentemente in via d’estinzione), sulla protezione e il ripristino della macchia mediterranea e degli habitat forestali e sulla riduzione delle morti causate dalle attività umane. Aumentare la diversità genetica della specie attraverso traslocazioni e un programma di riproduzione fuori dal proprio ambiente naturale, anche in cattività, hanno permesso l’aumento del numero di esemplari in natura. Dal 2010, più di 400 linci iberiche sono state reintrodotte in alcune parti del Portogallo e della Spagna. La lince iberica occupa ora circa 3.320 km2, in aumento rispetto ai 449 km2 del 2005.
“Questo successo, il più grande recupero di una specie felina ottenuto attraverso la conservazione, è il risultato di una collaborazione impegnata tra enti pubblici, istituzioni scientifiche, ONG, aziende private e membri della comunità, tra cui proprietari terrieri locali, agricoltori, guardie forestali e cacciatori, con il supporto finanziario e logistico del progetto LIFE dell’Unione Europea”, ha dichiarato Francisco Javier Salcedo Ortiz, coordinatore del progetto LIFE Lynx-Connect, che ha guidato le misure di conservazione della lince iberica.
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Fonte: International Union for the Conservation of  Nature; foto di Phil Glister
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rideretremando · 6 months ago
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Conferenza di Telmo Pievani sull'acqua
"Andiamo verso un periodo in cui per molto tempo durante l'anno non ci sarà l' acqua. Le foto di Salgado sono un passaggio obbligatorio per capire l'acqua. Nel bellissimo museo di Geografia di Padova c'è una mappa dell' Italia quando il mare era più basso di sessanta metri. Abbiamo immaginato uno scenario parossistico ed abbiamo disegnato una mappa che mostri questa nostra irresponsabile passività: sessantacinque metri del livello del mare più in alto. Padova non c'è più, ad esempio. Andrea Rinaldo ha deciso di indire un concorso sulla domanda che chiede una soluzione per Venezia. Come salveremo Venezia? Una laguna non puoi separarla dal mare. Dobbiamo tirare su tutto? In che modo? La crisi ambientale è qui. Venezia sarà visitabile con i sub. Verona sarà sul mare ed anche Lodi. Non ci saranno più i ghiacciai alpini. Il mare padano cambierà tutto. Il mare aprirà dei fiordi verso l'interno. I colli di Roma saranno delle isole. La Sardegna sarà divisa ina due. Napoli sarà un' isola. La mappa geografica è un linguaggio intuitivo che mostra un futuro non remoto. Nessuno crede che arriveremo fino a lì.
La desertificazione, il cuneo salino, lo spostamento delle fasce di vegetazione, etc, sono processi già in atto. Il Mediterraneo si sta tropicalizzando adesso. Alcuni imprenditori stanno coltivando mango e papaya in Sicilia. Con sessantacinque metri di livello del mare più alto non ci sarà più neanche tutto il Nord Europa. Questo scenario è lontano da noi, ma il pianeta Terra è stato più caldo di così, ad esempio nel picco dell' Eocene. Non ci potremo stare tutti qui. Il cambiamento climatico è un tema di giustizia sociale, perché pesa molto di più sui poveri. Proponiamo dei modelli evolutivi che mettono insieme tanti dati provenienti da diverse discipline. Il clima è sempre cambiato: da qui una grande fallacia logica. Noi figli dell'instabilità. Due elementi di novità: velocità del cambiamento (i tempi evolutivi sono di milioni di anni; adesso parliamo di decenni e non è mai stato così); la seconda evidenza è l'origine antropica. Queste sono le due novità fondamentali. Prima dell' homo sapiens ci fu un cambiamento climatico, durato 80 millenni, che portò all' annullamento del 98% delle specie. Sopravvisse il due per cento. Il pianeta se ne frega di noi. Il clima oggi sta cambiando più velocemente di così. Ce la faremo, non si tratta di pensare all' estinzione. Il tema è: chi pagherà e quanto pagheremo?"
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pettirosso1959 · 2 months ago
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Un altro esempio di giornalismo spazzatura.
Un articolo redatto da ignoranti “ECO-ideologizzati” allo scopo di titillare “l’hindinniazzioneh” di “animalati e Gretini vari”.
Già nel titolo usando il termine “raro”si diffonde la fake news metropolitana che gli orsi bianchi siano in estinzione.
Fregnacce!
Negli anni ‘70, la popolazione di orsi polari era pari a circa 5.000 - 10.000 individui.
Attualmente le stime vanno dai 22.000 ai 31.000 orsi polari a livello globale.
Inoltre l’abbattimento dell’orso vien fatto passare come un atto di pura crudeltà umana.
Altra bufala! Casomai è esattamente il contrario!
In merito, vi invito a leggere perché le autorità islandesi sono giunte a tale decisione.
Altrimenti continuate a fidarvi dei “professionisti dell’informazione”!
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Dalla pagina FB "Un Italiano In Islanda":
Le polemiche riguardo all’abbattimento dell’orso polare arrivato in Islanda l’altro giorno e abbattuto dopo essere stato visto da una signora di 83 anni nel suo giardino in un luogo isolato, sono state forti anche qui. È comprensibile che la morte di un animale così fortemente simbolico susciti indignazione, ed è sicuramente un grande peccato. Tuttavia, le autorità islandesi, come di consueto, hanno spiegato molto chiaramente le ragioni dietro alla scelta. Le riassumo qui sperando di placare le polemiche:
— Premessa: gli orsi arrivano molto raramente su pezzi di ghiaccio staccatisi dalla banchisa e trasportati dalla corrente. I più annegano in mare, ma se il ghiaccio è abbastanza grande e non si scioglie in mezzo al mare approdano in Islanda. L’ultimo era stato nel 2016, prima ce ne erano stati uno nel 2010 e due nel 2008, si tratta dunque di eventi rarissimi.
1) l’orso polare non può sopravvivere in Islanda: ha bisogno di ghiaccio sul mare per cacciare foche mimetizzandosi. Le coste islandesi sono scure. Non è dunque possibile sostenere orsi liberi in Islanda. Non riuscirebbero a cacciare, senza contare che non ci sono tratti di costa disabitati abbastanza grandi da poterne ospitare alcuni senza rischi per la popolazione autoctona.
2) gli esemplari che arrivano in Islanda sono smagriti e stremati. Oltre a renderli ancor più pericolosi, ciò fa sì che le chance di sopravvivenza ad un anestetico siano basse. Anestetizzare un animale debilitato significa spesso ucciderlo.
3) A volte lo stress e l’adrenalina rendono l’anestetico inefficace. Per spararlo bisogna essere ad al massimo 30m. Se l’anestetico non funziona e l’orso carica, va abbattuto comunque.
4) Nel 2008, si provò ad anestetizzarne uno, perché un ente privato si era offerto per coprire i costi di trasporto, ma quello scappò verso il mare. Perderlo di vista significava rischiare che sbucasse in zone popolate, uccidendo qualcuno, per cui lo si è dovuto abbattere.
5) L’orso non può comunque essere addormentato e portato subito da qualche parte per poi mollarlo, come si immaginano alcuni. Deve stare per lungo tempo a riprendersi in una struttura apposita. Nessuna struttura di questo tipo esiste in Islanda, e costruirne una per un orso ogni 10 anni non è realistico in un paese grande un terzo dell’Italia ma con sole 380.000 anime a gestirlo. Una volta acclimatato in una struttura, potrebbe non essere più possibile liberarlo senza che muoia perché non più in grado di sopravvivere da solo, se non cercando la presenza umana, il che porta al punto…
6) una volta rimasto a contatto con le persone, l’orso diventa ancor più pericoloso perché si abitua a loro. Significa che riportarlo in Groenlandia implica il piantare ai groenlandesi una predatore apicale che non ha più alcun problema ad avvicinarsi all’uomo. Per questo i groenlandesi non rivogliono orsi indietro. Il veterinario groenlandese contattato immediatamente dalla autorità islandesi aveva immediatamente posto il rifiuto all’ipotesi di rimpatrio “Se mollate quell’orso in Groenlandia andrà dritto a cercare qualche abitato umano”.
7) l’orso polare non è come gli orsetti marsicani. È importante capire questo: È una macchina omicida. La convivenza con l’uomo è assolutamente preclusa dal fatto che per esso gli uomini sono prede. Non attacca solo per difendere cuccioli o territorio. Attacca per uccidere e mangiare. Non sono animali pacifici che vivono nei loro territori e attaccano solo se disturbati.
8)gli orsi polari portano malattie pericolose per l’uomo.
9) Riportare un esemplare in Groenlandia significherebbe sottoporlo ad uno stress tale per cui rischierebbe comunque di morire. Non sarebbe un viaggio come quelli fatti per spostare fauna africana. Senza contare che in Africa le operazioni di spostamento sono routine, e sono compiute con mesi di preparazione e su esemplari ben conosciuti.
10) Ammesso poi che si optasse per un rimpatrio e che qualche paese lo accettasse, non è che puoi portarlo in un posto a caso dell’artico e lasciarlo. Se l’habitat è ideale, ci saranno già altri orsi, orsi che lo riconoscerebbero come estraneo e che lo ucciderebbero. Oppure potrebbe essere lui ad uccidere orsi nel luogo dove viene lasciato.
11) la popolazione di orsi polari per ora ha buoni numeri (20-30.000 secondo le stime IUCN), e un esemplare abbattuto ogni dieci anni non rischia di comprometterla (sono molti di più quelli che muoiono in mare prima di riuscire ad arrivare in Islanda). La specie sembra anzi in aumento in alcune zone. Il pericolo che la minaccia è il riscaldamento e la perdita di ghiaccio marino, molto più della caccia, che è portata avanti dagli inuit dell’artico secondo un rigido sistema di quote. Non significa che dobbiamo infischiarcene, ma che non ha senso usare l’argomento del “è in via d’estinzione” per criticare la decisione dell’abbattimento.
Nonostante resti il dispiacere per un animale iconico, spero che, dopo queste spiegazioni, cessino le polemiche in merito e si capisca meglio il perché di questa scelta. Non sono solo ragioni di ordine economico, come spero sia chiaro, ma anche sanitario, sociale e ambientalistico, oltre che di buon senso. Questa non è una guerra tra gente che ha a cuore gli animali e gente che li vuole vedere morti. Non dovrebbe esserlo. Si può tranquillamente tenere al benessere animale e accettare che, talvolta, è la soluzione più di buon senso che se ne abbatta uno, senza che ciò significhi sdoganare l’uccisione indiscriminata di qualsiasi animale. La realtà è complessa, cerchiamo di pensare in modo complesso e non scadere sempre nelle letture in bianco e nero.
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noneun · 1 year ago
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Cause ed effetti: uno sguardo sul percorso evolutivo di Homo sapiens
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Quasi sempre gli eventi hanno molteplici cause, alcune più evidenti e importanti di altre. Se si vuole capire perché è accaduto qualcosa, e perché proprio in quel modo, non ci si può concentrare esclusivamente su quella principale. Cionondimeno, esistono cause che hanno fatto deviare gli eventi in maniera decisamente più drastica di altre. Diciamo cause necessarie contro cause collaterali.
La caduta dell'asteroide di Chicxulub, avvenuta 66 milioni di anni fa, ha avuto sicuramente un'importanza straordinaria nella catena di eventi che ne sono seguiti ed hanno portato –tra le altre cose– alla specie umana e alle sue catastrofi. La contemporanea estinzione delle ammoniti, invece, non ha probabilmente cambiato altrettanto drasticamente la storia della vita sulla Terra. Anche se ovviamente l'habitat marino non sarebbe stato identico all'attuale se non fosse avvenuta e quei cefalopodi fossero sopravvissuti all'asteroide.
È quindi possibile, ancorché attraente, creare una catena di cause necessarie ed effetti inevitabili per spiegare in maniera semplice come si è arrivati ad un esito, piuttosto che ad un altro.
Questo per introdurre una interessante catena di eventi che parte dagli ominidi nostri progenitori che, grazie a qualche mutazione casuale, assunsero una postura eretta e che –secondo recenti studi- è stata naturalmente selezionata perché un vantaggio per la termoregolazione negli habitat africani: meno superficie esposta al sole e più dispersione dal ventre. E i peli iniziarono ad essere meno importanti, tranne che in testa. Nessun'altra specie di primate ha mai adottato la postura eretta come caratteristica permanente: alcune specie possono assumere temporaneamente questa posizione, ma solo per brevi periodi.
Chiaramente i vantaggi successivi per i nostri progenitori non si limitarono alla termoregolazione, ma sicuramente questa postura creò un bel po' di svantaggi dovuti ad esempio a una maggiore esposizione degli organi vitali ai pericoli, ad una colonna vertebrale ancora molto simile a quella dei quadrupedi (da cui i mal di schiena), e alla necessità di mantenere un bacino stretto per scaricare bene il peso sulle gambe.
Un bacino stretto per una scimmia con un cranio che stava diventando sempre più grande è però un problema durante il parto. Siamo la specie che in assoluto corre più rischi durante il parto, con alte probabilità di morte sia per la madre che per il cucciolo.
Per questo motivo sono sopravvissuti più frequentemente quei cuccioli il cui sviluppo celebrale non si completasse durante la gestazione, mantenendo il volume cranico entro limiti non controproducenti durante il parto. Homo sapiens, infatti, sviluppa 2/3 del cervello fuori dall'utero, durante i primi anni di vita, ed è l'unica specie nella quale accade in maniera così significativa (anche se altri primati, delfini ed elefanti ci vanno parecchio vicino).
Siamo quindi una specie nella quale la maggior parte dello sviluppo cognitivo avviene quando si hanno molti più stimoli che nel grembo materno, attraverso l'interazione con un vasto e complesso mondo nel quale avere esperienze e imparare nuove cose. Ottenendo un cervello adulto con capacità straordinarie.
Capacità che ci hanno consentito di inventare l'agricoltura e la scienza aerospaziale, di inventare sempre nuovi modi per distruggere l'ambiente e noi stessi ma anche di interrogarci su i grandi misteri della vita e dell'Universo. Fino a tentare di creare una intelligenza paragonabile o superiore alla nostra.
E tutto questo perché in Africa fa caldo.
(l'immagine di apertura è stata creata con l'intelligenza artificiale generativa Adobe Firefly)
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abr · 1 year ago
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Le parole sono importanti (cit.)
Terzo Installment
La frase detta così è da sinistri, cioè non vuol dire nulla: valori “assoluti” di per se le parole come gli atti non hanno. Importante delle parole è comprenderne e condividerne il SIGNIFICATO (da signum fero: porto un segnale, un emblema). Qui si va a cercare radici e significati autentici, non quelli cangianti della narrativa corrente manipolati dalla neoligua imposta alle masse.
DESTRA-SINISTRA
Cos' la destra/cos'è la sinistra? si domandava il grande Gaber. Rispondeva contrapponendo preferenze, tic e comportamenti di tutti i giorni (vasca vs. doccia, culatello vs. mortadella), differenze così normali da risultare banali, cangianti ma radicate, personali, POLARIZZANTI. Personalmente trovo si tratti di una ottima risposta a domanda profondamente sbagliata.
Destra-Sinistra, si tratta di un modello dello spettro delle posizioni politiche: una semplificazione della realtà, nomina nuda tenemus. Come sempre, ocio ai modelli, sia scientifici o no come questo: succede che li confondi con la realtà.
Il modello si radica ai tempi della rivoluzione francese: nella Assemblea Nazionale Legislativa del 1791, i nobili monarchici costituzionalisti si riunivano alla destra del presidente, alla sua sinistra i borghesi Giacobini (in mezzo stava la cd. Palude).
Notare come nel Parlamento attivo più antico, quello inglese, i seggi non siano disposti linearmente ma contrapposti in due sezioni distinte. Il pragmatismo del modello è esplicito: o governi o sei all'opposizione. Invece Destra-Sinistra, teoricamente un segmento continuo dove collocare posizioni diversificate, fatalmente incentiva la polarizzazione tra alternative: è il nome stesso. Tant'è, ci sono cascate anche persone serie come Norberto Bobbio. La fede nei modelli al posto della realtà è il motivo per cui gli intellettuali sono pericolosi quanto gli ignoranti.
Oggi molti individui e gruppi non si riconoscono più in uno spettro semplicistico Destra-Sinistra: é superato, dicono. Però cambiano solo l'asse ovvero gli estremi; la tendenza alla dicotomia e alla polarizzazione rimane, fatalmente tornando allo schema Destra-Sinistra a loro insaputa.
Ricordiamo tutti la retroguardia clericali-anticlericali; poi ci fu il tempo dei NeoCon "esportatori di democrazia" interventisti vs. isolazionisti e quello, tramontate o stelle un giorno l'Ucraina vincerà, del pacifismo senza se e ma, "colombe" vs. "falchi". Oggi ci si divide manco lungo assi, direttamente sugli estremi:
libertà: chi difende la libertà individuale da ogni interferenza, chi invece definisce "libertà positive" diritti per certe categorie che sono obblighi per altri (es.: no libertà di parola);
partecipazione: democrazia vs. aristocrazia, solo gli istruiti "non deplorabili", solo la scienza, no chi va "formalmente deprogrammato" (cit. Hillary Clinton questa settimana);
multiculturalismo vs Identità (eppure i primi sono quelli che la Diversità è patrimonio da preservare).
Occhio infine al rigurgito (cfr. Ultima Generazione) dei mai defunti luddisti decrescisti: quelli che distinguono ciò che è bene per l'ambiente vs. sviluppo, forza distruttiva nei confronti della Terra.
C'è pure di peggio: quelli che fascismo- antifascismo, i più laidi arretrati reazionari non scusabili di tutti, lo sanno pure loro. E' polarizzazione viscida strumentale o adolescenziale decerebrata, in ogni caso ricorda l'antiebraismo in quanto a livore cieco disumano.
La polarizzazione indotta dal modello è il vero tarlo che sta divorando dall'interno la civiltà - che è solo Occidentale, spiaze. Ciò nella inattività impotente della Palude conformista centrista in via di estinzione, la quale prima di tutti riforgiò il modello senza cambiarlo, mutandolo in Moderati vs. Estremisti tutti, fonte del conformismo trasformista.
Mitigazione del danno
Dagli oroscopi ai cambiamenti climatici, il problema è sempre scambiar modelli per la realtà. Il danno può solo essere mitigato, non estirpato, verificando costantemente i modelli con quel che succede nella realtà (metodo scientifico sperimentale).
Un primo improvement, per portare i politologi almeno al livello dei Terrapiattisti è passare a modelli bidimensionali. Il primo a due assi é del 1964: aggiunge all'asse destra-sinistra un asse verticale autoritarismo vs. democrazia, già aiuta. Poi arriva il classico del libertario David Nolan, base di successive evoluzioni tipo Political Compass: sull'asse x "libertà economica": libero mercato, meno stato e spesa pubblica, privatizzazioni; sull'asse y le "libertà personali": i "vecchi" diritti civili, droghe, aborto, eutanasia, da completare oggi con quelli "nuovi" che fanno incazzare i Woke e i WEF: privacy, novax, no tracciamenti, proprietà, mobilità individuale, autodifesa.
La politica vista come punti su un piano elimina le domande chiuse (o di qua o di là) e stempera la tendenza alla polarizzazione; inoltre ciò aiuta a comprendere filosofie politiche ben evolutesi nei tempi recenti, in particolare anarchismo e dottrina libertaria; si dà anche conto, per contiguità, dell'apparente conundrum "opposti estremismi" (già Franco Freda si definiva "Nazi-maoista") e della prossimità tra anarco-capitalisti con la V di Vendetta, libertari e conservatori. Etc.etc.
Fermiamoci qui. Le parole sono importanti, le etichette e dove si mettono, anche.
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levysoft · 1 year ago
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Se pensi a un evento di estinzione, probabilmente pensi all’asteroide che ha ucciso i dinosauri, ma la Terra ha attraversato cinque eventi di estinzione di massa (finora) e forse sta attraversando il sesto .
Tra le diverse estinzioni che il nostro pianeta ha affrontato, l’estinzione di massa del Cretaceo che pose fine ai dinosauri non aviari non è nemmeno la più grande. Questo onore va all’estinzione di massa del Permiano, nota anche come La Grande Moria, che spazzò via circa il 70% di tutte le specie terrestri e il 96% di tutte le specie marine sulla Terra. Oltre a questo, uno strano divario di 10 milioni di anni nel carbone creato intorno al periodo dell’estinzione – noto come “gap di carbone” – suggerisce che un gran numero di alberi che formavano carbone si estinsero durante l’evento, impiegando milioni di anni. riprendersi. Gli scienziati hanno proposto una serie di spiegazioni per l’estinzione e le cause dietro di essa: da un catastrofico rilascio di metano dal fondo dell’oceano al nostro vecchio amico, l’ impatto di un asteroide . Dallo studio delle rocce formatesi al momento dell’estinzione, sappiamo che nel tardo Permiano gli oceani e le acque poco profonde erano privi di ossigeno. Sembra che la mancanza di ossigeno (nota anche come anossia) abbia sicuramente avuto un ruolo nell’evento di estinzione, oltre ad avere un effetto domino. I microrganismi solfato-riduttori, che possono eseguire la respirazione anaerobica utilizzando il solfato anziché il vecchio e affidabile O 2 , probabilmente prosperarono in questi ambienti a basso contenuto di ossigeno. Il sottoprodotto di idrogeno solforato che producono, oltre a rendere gli oceani solfidrici come conseguenza secondaria della loro mancanza di ossigeno, potrebbe essere stato rilasciato nell’atmosfera . Qui potrebbe aver avvelenato le piante e danneggiato lo strato di ozono, esponendo la vita a livelli killer di raggi UV. Il riscaldamento degli oceani, a sua volta, avrebbe potuto causare il rilascio nell’atmosfera del metano negli oceani , aggravando il problema. Una spiegazione alternativa per l’estinzione, proposta da un team del MIT nel 2014 , è forse la più preoccupante. La più grande estinzione che il mondo abbia mai visto potrebbe essere stata causata dai microbi? Daniel Rothman, professore di geofisica al MIT, e il suo team hanno notato l’ascesa di un certo microbo nel periodo dell’estinzione. La metanosarcina , un organismo unicellulare, divenne capace di digerire la materia organica, producendo metano come sottoprodotto , grazie al trasferimento di un singolo gene dal batterio Clostridia . L’ipotesi è che la Methanosarcina prosperò in questo periodo, emettendo metano nell’atmosfera e interrompendo il ciclo del carbonio, causando (o aggiungendosi a) l’interruzione del ciclo del carbonio e, infine, alimentando l’evento di estinzione. Il processo chimico coinvolto nei microbi che creano metano coinvolge il nichel metallico, il che significa che se il team non riuscisse a trovare una quantità corrispondente più elevata di nichel durante l’evento di estinzione, l’ipotesi potrebbe essere scartata. Tuttavia, il team ha esaminato i sedimenti più studiati nel sud della Cina e ha trovato alti livelli di nichel , forse a sostegno della teoria.
“Un singolo trasferimento genetico orizzontale ha innescato un cambiamento biogeochimico, un massiccio vulcanismo ha agito da catalizzatore e la conseguente espansione della Methanosarcina acetoclastica ha agito per perturbare i livelli di CO 2 e O 2 ,” ha concluso il team nello studio . “Il conseguente sconvolgimento biogeochimico sarebbe stato probabilmente diffuso. Ad esempio, l’ossidazione anaerobica del metano potrebbe aver aumentato i livelli di solfuri, con il possibile risultato di un rilascio tossico di idrogeno solforato nell’atmosfera, causando estinzioni sulla terraferma”. Il team ha sottolineato che, sebbene siano necessarie ulteriori prove a sostegno della teoria, lo studio potrebbe mostrare quanto la Terra sia sensibile all’evoluzione della vita microbica. “Le implicazioni per oggi sono che ci sono molti modi in cui possono verificarsi fluttuazioni naturali nel ciclo del carbonio terrestre“, ha detto Rothman a The Conversation . “Quando studiamo i cambiamenti che stanno avvenendo oggi nel ciclo del carbonio, dovremmo cercare di prenderne in considerazione il maggior numero possibile per fare previsioni future.” Lo studio è ancora lungi dall’essere conclusivo, con altre spiegazioni – o forse una combinazione di eventi – ancora in corso. Inoltre, non è possibile stabilire con precisione quando Methanosarcina si è evoluta per iniziare a produrre metano come sottoprodotto. Tuttavia, se questa ipotesi è corretta, è possibile che fino al 90% delle specie del pianeta siano state in parte eliminate dal trasferimento di un singolo gene in un singolo microbo. Dato l’enorme volume di microbi sulla Terra, questa ipotesi sarebbe molto preoccupante.
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netmassimo · 1 year ago
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Un articolo pubblicato sulla rivista "Scientific Reports" offre nuove informazioni sulle capacità sensoriali del tescelosauro (Thescelosaurus neglectus), un piccolo dinosauro che visse proprio prima della grande estinzione che eliminò i dinosauri non aviani alla fine del periodo Cretaceo. I paleontologi David Button e Lindsay Zanno hanno sottoposto a una TAC per ricostruire la parte interna del cranio di tescelosauro per creare una rappresentazione tridimensionale del suo cervello e del suo orecchio interno. La conclusione è che questa specie aveva alcuni sensi molto sviluppati, utili per vivere in tane sotterranee.
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mewscarrafone · 2 years ago
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TOKYO MEW MEW REWATCH - EPISODIO 12
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Adoro come il Masaya onirico vada in crisi perché 'non conosce la vera Ichigo' ... dopo averle essenzialmente detto che è una figa pazzesca.
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Il ritorno dei frame immobili: dieci secondi di Moe che sta immobile in questa posizione, senza aprire bocca. Ve lo dico io, in quei dieci secondi Moe ha capito la vera identità di Ichigo, la vera identità di Deep Blue, il vero scopo degli alieni, la verità sull'esistenza di Dio e la logica dietro gli orari di Trenord. Purtroppo la sua mente sublime avrebbe distrutto l'intera serie e quindi è stata soppressa, ma in suo onore hanno voluto lasciare il momento della grande intuizione.
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Apprezzatissima la scena della cicala, perché è la prima volta che Aoyama si apre un po' a Ichigo sui propri reali pensieri ed emozioni, senza limitarsi a presentare l'immagine da bravo ragazzo.
Certo che gli è andata di lusso che Ichigo sia così innocente, perché l'usare un insetto alla disperata ricerca di figa come metafora gli si sarebbe potuto facilmente ritorcere contro in molti modi diversi.
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Caffè Mew Mew, vorrei ordinare qualcosa anch'io! Una spiegazione eterosessuale per questo frame, grazie!
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E niente, semplicemente adoro questa faccia di Ichigo.
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Aspe', gli alieni vogliono distruggere gli animali in via di estinzione? Che supercazzola sta sparando Ryou? Gli alieni vogliono eliminare esattamente una specie terrestre, e questa specie conta otto miliardi di rappresentanti. Tutti gli animali e le piante attaccati sono un mezzo a quel fine, tra l'altro limitati ad aree circoscritte.
Almeno questo è ciò che appare più tardi nella serie; o Ryou si sta sbagliando clamorosamente visto il suo bias, oppure l'informazione verrà corretta in seguito.
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Nessuno che sappia cosa sia una neofocena!! In effetti gatti, scimmie e lupi sono intuitivi, lorichetti un po' più difficili ma intuibili, ma una neofocena chi l'ha mai sentita nominare?
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Okay, perché Ichigo si impalla quando Kisshu le propone di allearsi con lui. È perché il dover fare la Mew Mew a tempo indeterminato la spaventa? Allearsi con il nemico non mi sembra una soluzione. Kisshu le ha sempre fatto schifo e correntemente non sta dando il meglio di sè, cercando di ammazzare tuttecose. Quindi perché quella pausa?! Mancanza di fiducia nelle proprie capacità, forse, che ha superato con l'incoraggiamento delle amiche? Boh.
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Ryou che fa tutto il serio tenebroso ... e poi quando le cose si fanno pericolose Keiichiro lo trova afflosciato mezzo svenuto sulla sedia. Bellissimo.
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Ma che espressione è?! Kisshu è sadomasochista, è canon, ufficiale, confermato.
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lunamarish · 2 years ago
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Ci sono scrittori, avevo detto a Gambetti, che entusiasmano il lettore, quando li legge per la seconda volta, in misura assai più grande della prima volta, con Kafka mi accade ogni volta. Conservo Kafka nella memoria come un grande scrittore, avevo detto a Gambetti, ma rileggendolo ho avuto assolutamente l’impressione di averne letto uno ancora più grande. Non sono molti gli scrittori che alla seconda lettura diventano più importanti, più grandiosi, la maggior parte di loro li leggiamo per la seconda volta vergognandoci di averli letti anche una sola volta, ci accade con centinaia di scrittori, non con Kafka e non con i grandi russi Dostoevskij, Tolstoj, Turgenev, Lermontov, non con Proust, con Flaubert, con Sartre, che annovero tra i più grandi. Trovo non sia male il metodo di leggere una seconda volta gli scrittori che abbiamo letto una volta e ci hanno segnato, perché a quel punto o sono quelli ancora più grandi, ancora più importanti, oppure non val più la pena di parlarne. In questo modo evitiamo di portarci in testa per tutta la vita un’immensa zavorra di letteratura, che alla fine fa ammalare, ammalare a morte questa nostra testa, avevo detto questo a Gambetti al Pincio. 
Thomas Bernhard, Estinzione
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quartopiano · 20 days ago
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LA BARBA MASSESE (O DI PRETE) STAR A STUDIO APERTO, DA RISCHIO ESTINZIONE ALLE CASE DI MILIONI DI ITALIANI
Dal rischio estinzione alle case di milioni di italiani. La barba massese, o più curiosamente barba di prete per i baffetti che la caratterizzano, star a Studio Aperto. Il popolare Mag, in onda prima del tg serale, ha dedicato uno spazio ad uno degli ortaggi più versatili del paniere vegetale di Massa Carrara inserito nella lista dei prodotti agricoli tradizionali regionali. Il servizio è stato curato dallo storico giornalista del biscione e scrittore, Massimo Canino. 
La barba di prete è un ortaggio con radice fittonante di colore marrone all’esterno e bianca all’interno. La lunghezza arriva fino a circa 25 cm; dopo la cottura il sapore è dolciastro, la consistenza pastosa. La barba massese, prodotta da giugno ad ottobre, viene raccolta a mano e confezionata in mazzi per la vendita diretta. 
Un tempo molto diffusa, come annota Raffaello Raffaeli nella sua monografia storica del 1881 affermando che “nel Massese tali erbe si seminano ai tempi debiti nei luoghi che hanno servito agli e alle cipolle”,la coltivazione di questa particolare varietà di tubero viene oggi custodita da un piccolo gruppo di agricoltori che ne conservano con cura il seme per ripiantarlo ogni primavera garantendone la sopravvivenza. Uno di questi è Paolo Caruso, contadino custode di Romagnano che insieme a Gianni Ciregia, stanno riscoprendo e riportando sulle tavole dei massesi i cultivar della tradizione locale sostituiti, nelle logiche grande distribuzioni, da poche e standardizzate varietà che hanno preso il sopravvento.
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dropsofsciencenews · 2 months ago
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𝐔𝐧𝐚 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐨 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐞: 𝐥𝐚 𝐥𝐨𝐭𝐭𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐭𝐚𝐫𝐭𝐚𝐫𝐮𝐠𝐚 𝐩𝐚𝐥𝐮𝐬𝐭𝐫𝐞 𝐞𝐮𝐫𝐨𝐩𝐞𝐚 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐨 𝐥'𝐢𝐧𝐯𝐚𝐬𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐭𝐚𝐫𝐭𝐚𝐫𝐮𝐠𝐡𝐞 𝐞𝐬𝐨𝐭𝐢𝐜𝐡𝐞
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Dalla Seconda Guerra Mondiale, il commercio legale e illegale di tartarughe d’acqua dolce è aumentato notevolmente, ma molti proprietari non sono preparati a prendersi cura di animali che vivono per decenni. Purtroppo, molti esemplari vengono rilasciati nell’ambiente, con gravi conseguenze per gli ecosistemi locali.
Secondo l’IPBES (Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services) che rappresenta la massima autorità scientifica mondiale in tema di biodiversità e servizi ecosistemici, le invasioni biologiche da parte di specie esotiche sono una delle principali cause di estinzione di specie native. Queste specie invasive competono per lo spazio e le risorse, trasmettono patogeni e parassiti e possono causare ibridazioni con le specie locali. La tartaruga palustre europea (𝐸𝑚𝑦𝑠 𝑜𝑟𝑏𝑖𝑐𝑢𝑙𝑎𝑟𝑖𝑠) è una delle vittime di questa invasione in Europa, dove affronta la competizione di almeno sette specie esotiche introdotte, come la tartaruga dalle orecchie rosse (𝑇𝑟𝑎𝑐ℎ𝑒𝑚𝑦𝑠 𝑠𝑐𝑟𝑖𝑝𝑡𝑎).
Uno studio recente ha analizzato come le distribuzioni di queste specie potrebbero evolversi a causa dei cambiamenti climatici. La ricerca ha utilizzato un modello di distribuzione delle specie (SDM), basato su 19 variabili climatiche e dati geografici, per comprendere le dinamiche future tra 𝐸. 𝑜𝑟𝑏𝑖𝑐𝑢𝑙𝑎𝑟𝑖𝑠 e le tartarughe esotiche, queste ultime sono state selezionate perché rappresentano una lista completa di tartarughe invasive trovate nell'areale della tartaruga palustre europea, fino alle sue aree di confine settentrionali e meridionali nell'Europa orientale, come Lettonia e Ucraina.
I risultati mostrano che 𝐸. 𝑜𝑟𝑏𝑖𝑐𝑢𝑙𝑎𝑟𝑖𝑠 è relativamente tollerante ai cambiamenti di temperatura futuri, con la possibilità di espandere il suo areale verso nord-est, includendo persino alcune regioni del Mar Baltico e della Svezia meridionale. Tuttavia, questa espansione potrebbe essere ostacolata dalla concorrenza con le specie invasive. In particolare, entro il 2050 si prevede che 𝑇. 𝑠𝑐𝑟𝑖𝑝𝑡𝑎, già la specie esotica più comune in Europa, estenderà il proprio areale verso l’Ucraina, la Bielorussia e i Paesi Baltici, mettendo ulteriormente sotto pressione 𝐸. 𝑜𝑟𝑏𝑖𝑐𝑢𝑙𝑎𝑟𝑖𝑠
Altre specie esotiche, come 𝐺𝑟𝑎𝑝𝑡𝑒𝑚𝑦𝑠 𝑝𝑠𝑒𝑢𝑑𝑜𝑔𝑒𝑜𝑔𝑟𝑎𝑝ℎ𝑖𝑐𝑎 e le tartarughe medio-orientali 𝑀𝑎𝑢𝑟𝑒𝑚𝑦𝑠 𝑐𝑎𝑠𝑝𝑖𝑐𝑎 e 𝑀𝑎𝑢𝑟𝑒𝑚𝑦𝑠 𝑟𝑖𝑣𝑢𝑙𝑎𝑡𝑎, vedranno anch’esse un’espansione. 𝑀. 𝑟𝑖𝑣𝑢𝑙𝑎𝑡𝑎, in particolare, potrebbe triplicare il suo areale, trovando nuovi habitat nei Paesi Mediterranei e nell’Europa sud-orientale. Tuttavia, per queste ultime specie, gli habitat meridionali attuali potrebbero ridursi significativamente a causa del cambiamento climatico.
Nonostante 𝐸. 𝑜𝑟𝑏𝑖𝑐𝑢𝑙𝑎𝑟𝑖𝑠 copra attualmente il 37% della superficie totale europea, con un’espansione prevista verso nord-est, questa crescita potrebbe essere minacciata dalla competizione con le specie aliene. Il cambiamento climatico, unito alla popolarità delle tartarughe esotiche come animali da compagnia, potrebbe accelerare questo processo, favorendo la diffusione di queste specie invasive
Cosa possiamo fare? È essenziale che i potenziali acquirenti di animali esotici siano consapevoli delle conseguenze ecologiche. L'acquisto di tartarughe esotiche deve essere effettuato con grande attenzione, evitando il rilascio nell'ambiente naturale. Ogni gesto conta per preservare l'equilibrio ecologico e proteggere le specie native come la tartaruga palustre europea.
A presto e Buona Scienza!
fonte: Nekrasova, Oksana, et al. "Present and future distribution of the European pond turtle versus seven exotic freshwater turtles, with a focus on Eastern Europe." Scientific Reports 14.1 (2024): 21149.
foto: https://www.parchilazio.it/schede-28471-la_nostra_testuggine_palustre_emys_orbicularis
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mezzopieno-news · 10 months ago
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NASCE LA BANCA DATI CHE SALVA I DIALETTI ITALIANI
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Per non perdere i dialetti, un tesoro nazionale ancora radicato in Italia ma a rischio di estinzione, è nata la più grande banca dati digitale dedicata allo studio, alla documentazione e alla ricerca sui dialetti e le lingue minoritarie parlate nelle regioni del Nord Italia.
Una raccolta di migliaia di registrazioni audio in 18 dialetti e lingue minoritarie, registrata dalle persone comuni, nelle scuole e attraverso il sistema del crowdsourcing che incoraggia la partecipazione attiva dei residenti nei territori. Il progetto “AlpiLinK – Lingue Alpine in contatto” coinvolge cinque università italiane: Torino, Valle d’Aosta, Verona, Trento e Bolzano.
Sono 201mila le registrazioni raccolte nel primo mese, dal 31 dicembre 2023, grazie al contributo di 1731 persone. L’obiettivo è dare un contributo significativo alla conoscenza dei dialetti e sperimentare un nuovo modello partecipativo di ricerca che si basa sul coinvolgimento dal basso. “Tutte le persone che parlano un dialetto possono infatti contribuire direttamente alla ricerca attraverso il sito di AlpiLinK partecipando in pochi minuti all’audio-sondaggio dedicato in cui viene proposto all’utente di utilizzare il proprio dialetto o la propria lingua per descrivere cosa accade in una scena o per tradurre le frasi o parole indicate”. Le varietà linguistiche interessate dal progetto sono friulano, veneto, trentino, ladino, lombardo, piemontese, francoprovenzale, occitano, walser, cimbro, mòcheno, sappadino, saurano, timavese, tirolese, resiano, tedesco e sloveno della Val Canale. I dati raccolti sono elaborati e catalogati da 26 ricercatori degli atenei coinvolti nel progetto e resi accessibili in modo gratuito online.
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Fonte: AlpiLink; foto di Ron Lach
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multiverseofseries · 3 months ago
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Jurassic World: Il parco è (ri)aperto
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Jurassic World, la riapertura in grande stile del Jurassic Park, un blockbuster perfetto che sa intrattenere, stupire, e un po' spaventare, quanto l'originale di Spielberg.
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Jurassic World: Chris Pratt tiene a bada i dinosauri in una scena del film
Prima di entrare nel vivo, del sequel/remake firmato da Colin Trevorrow, facciamo un passo indietro e sottolineiamo quanto le potenzialità, commerciali e narrative, di Jurassic Park, dell'intuizione alla base del romanzo di Michael Crichton del 1990 e del film di Steven Spielberg del 1993, siano infinite. Lo dimostrano la popolarità e le copie vendute del libro ed il miliardo di dollari di incasso del film, che si accompagnano ad una passione mai estinta dei bambini di tutto il mondo e di ogni epoca per i possenti animali che hanno abitato il nostro pianeta per 135 milioni di anni, dalla loro apparizione nel corso del Triassico fino alla drammatica estinzione di massa accaduta 65 milioni di anni fa.
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Jurassic World: l'Apatosauro ferito
In un periodo in cui si cerca di costruire una serialità attorno ai film di successo, inserendoli in contesti più ampi e più sfruttabili dal punto di vista economico ma anche narrativo, è inevitabile andare ad attingere nuovamente a quelle potenzialità, cercando di trovare un modo per rilanciare un franchise come Jurassic Park che poco aveva giovato dei due seguiti già realizzati nel 1997 e 2001.
A 22 anni di distanza dal primo film, con un'intera nuova generazione pronta a stupirsi nel vedere i dinosauri tornare sul grande schermo, sarebbe stato giustificato realizzare un vero e proprio reboot dell'originale, ma l'idea di Spielberg, alla produzione con la sua Amblin, e Colin Trevorrow, alla regia, è stata diversa, rendendo il nuovo e quarto capitolo, Jurassic World, un vero e proprio sequel che ha solo il sapore e l'efficacia di un reboot.
Bentornati a Jurassic Park
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Jurassic World: Ty Simpkins e Nick Robinson in una scena del film
Sono passati 22 anni. Il parco è aperto, come ci tengono a sottolineare poster e materiale promozionale, ed è anche un grosso successo. E, rispetto a quello che abbiamo visitato per la prima volta nel 1993 insieme al primo gruppo che l'avrebbe dovuto valutare, è un vero e proprio parco a tema in linea con i migliori del mondo, con le sue attrazioni, le sue strutture all'avanguardia, ed ovviamente i suoi dinosauri: 14 razze di erbivori e 6 di carnivori. Un parco, ancora una volta sull'Isla Nublar del primo film, che scopriamo e viviamo attraverso gli occhi del piccolo Zach, in visita insieme al fratello Gray grazie alla zia Claire manager del Jurassic World: la camera di Trevorrow si concentra sul ragazzino, lo segue, ci mette nelle condizioni di sentire letteralmente la sua ansia di vedere il parco ed i suoi ospiti preistorici, dal battello al cancello d'ingresso, fino all'hotel e le prime attrazioni, sempre circondati da una folla di visitatori entusiasta. Oltre ventimila spettatori al giorno, con un indice di soddisfazione del 90%… ma non basta.
Sempre più grande
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Jurassic World: dinosauri in azione in una scena del film
È sottile, ma presente, la critica degli autori a un pubblico difficile da accontentare e a una società che con i suoi stimoli continui, frenetici e sempre maggiori lo ha creato: ai visitatori del Jurassic World non basta più vedere uno stegosauro o persino il T-Rex, hanno bisogno di stimoli sempre nuovi e più stupefacenti. Hanno bisogno di più "wow"! Poco importa se i dinosauri dovrebbero garantire da soli il giusto livello di wow, come dice Grady/Chris Pratt, alla lunga non è più sufficiente e la dirigenza del parco è stata costretta a mettere in cantiere una nuova attrazione esuberante ed imponente: il primo dinosauro ibrido, più grosso di un Tirannosauro, più potente di qualunque creatura mai vista sulla Terra. E per questo incontrollabile: nella sua breve vita in cattività, l'Indominus Rex, questo il nome della nuova creatura, ha già fatto fuori il fratello, richiesto un potenziamento del suo recinto, ed ora la consulenza di Grady che ha dimostrato il suo valore sul campo, riuscendo a gestire i complessi e letali raptor.
Il blockbuster perfetto
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Jurassic World: Ty Simpkins e Nick Robinson in una scena del film
Lo spettatore cinematografico di oggi è un po' come i visitatori di Jurassic World ed ha bisogno di stimoli audiovisivi sempre più forti, di mostri sempre più grandi e ritmi sempre più forsennati. Quanto e più di Spielberg, che nel suo Jurassic Park si lasciava andare alla frenesia di mostrare i dinosauri trascurando la storia, Trevorrow è bravo ad accontentare il pubblico senza cedere a queste esigenze, senza annientare la struttura narrativa del suo film, guidandoci in parallelo su un doppio binario, da una parte il primo impatto dei ragazzi con il parco, mostrandocene la magnificenza e l'incredibile attrattiva, dall'altro il complesso controllo dell'Indominus Rex con quello che comporta in termini di tensione drammatica. Il sogno e l'incubo, che inevitabilmente dovranno incontrarsi nel corso della storia. Con il suo entrare subito nel vivo, il nuovo capitolo di Jurassic Park funziona bene, si muove con sicurezza e credibilità nonostante alcuni ovvi eccessi già visti o intuiti dai trailer (per esempio il rapporto, pur giustificato, tra Grady e i quattro raptor). D'altra parte, stiamo parlando di un blockbuster, di un film che deve intrattenere lo spettatore e che sa farlo con grande sicurezza, alternando stupore a tensione, incanto a paura.
Un nuovo franchise
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Jurassic World: Chris Pratt in una scena d'azione del film
Jurassic World riapre un franchise messo da parte da oltre un decennio, ma lo fa con una forza tale da rappresentarne un nuovo inizio ancor più appetibile dal punto di vista commerciale: nuovi personaggi ben costruiti (su tutti il Grady di Pratt), nuovi dinosauri realizzati in maniera sempre più convincente e realistica (nonostante si sia restati ancorati ad una vecchia estetica, senza seguire le nuove conoscenze scientifiche), ma soprattutto intuizioni e trovate nella costruzione delle sequenze che aggiungono linfa vitale alla saga dei dinosauri di Spielberg. Più volte Trevorrow gioca con lo spettatore, si diverte quanto e più del suo pubblico nel gestire i dettagli di alcune sequenze, nel mostrarci una zampa (d'uccello), un riflesso, un occhio, nel momento giusto. Allo stesso modo omaggia l'originale di Spielberg di cui si professa fan, sia nelle musiche rielaborate da Michael Giacchino a partire dalle originali di John Williams, sia nel riproporci alcuni ambienti del primo film per mantenere la sua storia, il suo nuovo parco, ancorato a quel film che nel 1993 aveva saputo conquistare milioni di spettatori di tutto il mondo. Non capita di frequente terminare la visione di un film di questo tipo e volerne ancora e di più.
Conclusioni
In conclusione non si può non lodare Jurassic World e l’operazione portata a termine da Colin Trevorrow nel mettere in piedi un film che riprendesse il cult di Steven Spielberg attualizzandolo. Un blockbuster perfetto che è un ibrido intelligente tra sequel e reboot dell’originale, per dar nuova vita a un franchise che ha ancora molto da dire anche al pubblico di oggi, tra nuovi dinosauri e la voglia di giocare con lo spettatore della nuova generazione.
👍🏻
Jurassic World è un ottimo blockbuster e il seguito ideale del primo film
Più dinosauri, più spettacolo, più “wow”!
Ben costruito, teso, ironico e divertente, con sequenze che lasciano il segno
Aggiunte carismatiche al cast, sia umano che preistorico
👎🏻
Non ci si può aspettare approfondimento, credibilità e realismo
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gaetaniu · 6 months ago
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La costruzione delle montagne è legata a un grande evento di estinzione avvenuto mezzo miliardo di anni fa
Campo sul ghiacciaio Errant, nelle montagne transantartiche centrali. Quando la vita sulla Terra si espanse rapidamente, poco più di 500 milioni di anni fa, durante l’esplosione del Cambriano, le placche tettoniche si scontrarono lentamente l’una contro l’altra, costruendo montagne e dando inizio a una serie di sfortunati eventi che portarono a un’estinzione di massa. Queste interazioni tra le…
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newsnoshonline · 6 months ago
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Le “strade fantasma” potrebbero rappresentare la più grande minaccia diretta alle foreste tropicali Un’allerta per le foreste tropicali Un recente studio ha rivelato che le “strade fantasma” rappresentano una grave minaccia per le foreste tropicali del Borneo, Sumatra e Nuova Guinea. Volontari hanno mappato le strade in queste aree, evidenziando errori nelle mappe esistenti e la presenza diffusa di strade non identificate. Impatto devastante La presenza di queste “strade fantasma” facilita attività dannose come il disboscamento illegale, l’estrazione mineraria, il bracconaggio e la deforestazione. Queste attività minacciano gli ecosistemi unici e ricchi di biodiversità di queste regioni, mettendo a rischio specie animali e vegetali in via di estinzione. Un problema diffuso Lo studio
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